II Domenica di Pasqua Anno B

7 aprile 2024

 At 4,32-35   Sal 117   1Gv 5,1-6   Gv 20,19-31


UN VENTO INATTESO

Proviamo immaginare una passeggiata in collina, o in campagna, e ad un tratto un vento sostenuto inizia a spirare e a smuovere i rami degli alberi, scompigliandoci i capelli e i soprabiti.

In questa domenica un grande vento ci scuote ed è il vero protagonista della scena evangelica odierna: è il soffio d’un vento misterioso che non si sa da dove venga né dove conduca. Dopo un inverno nebbioso, così come durante un’estate afosa, una giornata di vento ci appare gradita, essa riapre la nostra vista sul panorama e ci dona aria nuova, piacevole al nostro respiro. Gesù Risorto alita il suo respiro e con questo comunica nuova vita. Analogamente a come Dio Creatore aveva alitato-soffiato, prima sulle acque della creazione (cf. Gen 1,2) e poi nelle narici dell’Adam fatto con polvere del suolo (cf. Gen 2,7) per dargli vita, Gesù col suo soffiare opera una nuova creazione. Non è più un creare le cose dal nulla, ma una reale e definitiva promozione dalla dimensione umana, creaturale, ad una dimensione divina, soprannaturale, realizzando perfettamente quanto profetato da Ez 36,27. L’invio dello Spirito Santo sulla comunità, pertanto, corrisponde ad una nuova creazione e promozione della creazione e dell’uomo. 

In realtà il brano evangelico odierno contiene almeno due evangeli diversi: il primo dal v.19 al 23 (Gesù dona lo Spirito), mentre il secondo dal v. 24 al 31 (l’originalità della conversione di Tommaso). Abitualmente in questa domenica il secondo episodio attira maggiormente l’attenzione e la fantasia dei predicatori e dei fedeli. Il dubbio di Tommaso è finito col divenire proverbiale; l’evangelista non voleva mettere in cattiva luce l’apostolo, ma rispondere agli interrogativi crescenti dei suoi fedeli, cristiani ormai di terza generazione che non solo non avevano mai visto il Signore, ma nemmeno conosciuto qualcuno degli apostoli. 

Ma torniamo alla prima parte, quella che va dal v.19 al 23. Questo testo ci dice alcune cose molto importanti: il Risorto appare ad un gruppo di dieci apostoli che non sono soli, ma insieme ad una piccola comunità che vede anche la presenza di donne, come Maria di Magdala. Il primo dono che il Risorto fa a questa comunità, che rappresenta tutta la Chiesa e non solo il gruppo apostolico, è quello di mostrare le mani ed il fianco, cioè i segni più dolorosi della passione da cui i discepoli erano fuggiti. Ora invece essa provoca una gioia senza più tracce di dubbi. Questo grande dono è qualificabile come la conversione alla fede del Nuovo Testamento. Essa corrisponde ad una gioia che non dipende solamente dalla Croce giunta alla gloria, ma è una gioia dovuta alla capacità di leggere la vittoria di Cristo immediatamente, nei suoi segni. Si tratta d’una magnifica sintonizzazione pasquale dei discepoli. 

L’altro grande dono è quello dello Spirito che come un vento creatore e rinnovatore porta alla remissione ed al perdono dei peccati. Se finora esso era una caratteristica riservata solamente a Dio, tanto che Gesù nel suo ministero terreno scandalizzava gli scribi ed i farisei perdonando i peccati, adesso questo potere è addirittura trasmesso ai discepoli e alla Chiesa stessa.  

Cristo Risorto saluta i suoi dando la pace, è Lui stesso la pace, e la comunica con tutto se stesso. Non lascia i suoi nella pena ma offre loro la sua consolazione; essa si accompagna però ad una missione che esprime sempre anche una responsabilità. La Grazia è come una corrente ascendente d’aria tiepida che va ad innalzare le ali dell’anima. Questo è lo stile di Dio, che riflette la sua cura e il suo desiderio: che possiamo sempre crescere nella Grazia e nell’Amore.

 

Domande per continuare la riflessione

-Quale vento nella mia vita spirituale e di preghiera sta scompigliando le mie vesti, ed i miei capelli in questo tempo di Pasqua? 

-Mi sono mai accorto che Dio si sia mai rivelato a me in qualche modo durante la mia vita? Posso rispondermi con franchezza e sincerità su questo punto, o mi sento forzato a fingere?