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Comunità OFM Convento Eremo S. Felice - Cologna Veneta (VR)

Eremo San Felice

V Domenica di Quaresima Anno C

2025-04-08 16:07

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Riflessioni,

V Domenica di Quaresima Anno C

6 aprile 2025


Is 43,16-21   Sal 125   Fil 3,8-14   Gv 8,1-11


UN PERDONO CHE FA CRESCERE...


Ci avviamo ormai alla conclusione della quaresima: domenica prossima celebreremo la Domenica delle Palme ed entreremo nella Settimana Santa. La liturgia del ciclo liturgico C ci affida ad una pagina preziosa di S. Giovanni: l’adultera perdonata. Giovanni propone una scena drammatica: una donna sorpresa in flagrante adulterio è esposta all’ignominia ed è destinata alla lapidazione immediata. Prima dell’esecuzione viene però portata davanti a Gesù. Dall’insieme risulta evidente come scribi e farisei stiano cinicamente sfruttando la situazione per mettere Gesù alle strette…! A guardar bene, più che la donna è Gesù ad essere sotto processo. Gli hanno preparato un trabocchetto: se avesse avvallato la condanna della donna si sarebbe contraddetto rispetto al suo messaggio di perdono, dimostrandosi incoerente. Se invece avesse salvato la donna avrebbe potuto lui stesso essere condannato come trasgressore della legge. 


Ma Gesù delude i suoi accusatori: non condanna l’adultera, ma neppure svuota l’importanza della legge. Gesù tace ma tacendo, chinandosi e scrivendo per terra, diventa uno specchio per gli accusatori dell’adultera. Proviamo ad interpretare il silenzio di Gesù, in primo luogo diceva “Certo l’adulterio è una realtà drammatica, degna di condanna…” ma, scrivendo per terra diceva anche “Avrei tante cose da dire-scrivere: ci sono tante situazioni sulle quali potrei scrivere libri e libri, e anche su ognuno di voi …. Conosco tante cose di voi che neppure immaginate…non le conoscete forse anche voi?” 


In altre parole, è come Gesù, col suo tacere e scrivere, dicesse: “Sì, l’adulterio è una realtà intrinsecamente cattiva, ma chi può arrogarsi il diritto di condannare ed eseguire la condanna?”. In effetti, se ci pensiamo, anche noi ci confrontiamo quotidianamente con situazioni meritevoli di condanna, ma anche noi siamo spessi meritevoli di qualche condanna. Chi potrebbe sostenere il contrario? Per questo se dovessimo ogni volta applicare la legge nessuno si salverebbe, e la stessa vita sociale sarebbe resa impossibile! A Gesù sta a cuore che non finisca tutto con un’esecuzione capitale: Egli è il Dio della vita, e vuole che la vita continui! Una condanna a morte avrebbe accumulato solo altra sofferenza e dolore, mentre Gesù vuole dare speranza, ciò che la legge non sa e non può dare! La legge dice quando e dove si è fuori strada, ma non dà né vita, né speranza, Cristo invece desidera infondere speranza e dare nuova vita. 


Dicendo “Va e non peccare più!” è come se Gesù raccomandasse all’adultera di custodire l’aspirazione a non peccare, aprendosi alla vera vita. Gesù infonde nuova speranza: Per te c’è un giudizio nuovo se sai aprirti all’amore… Misericordia non è il relativismo di chi dice “tanto è tutto lo stesso” ma dare speranza, ed essere generativi. Essa nasce da un amore simile a quello d’un genitore per un figlio molto giovane... Nasce dalla sofferenza per la sua immaturità, unita al desiderio che cresca, ed inizi una vita protesa verso la verità. In altri termini la vera misericordia è sempre unita al desiderio di far crescere e ne è espressione. Che amore sarebbe quello che si contenta di lasciare le cose come stanno?  


Quando Gesù domanda: “Chi di voi è senza peccato ..” (Gv 8,7) non rimprovera ma invita noi, impazienti di lanciare i nostri sassi contro la peccatrice di turno, perché prima di farlo ci facciamo qualche domanda. “Dimostrate tanto zelo per eliminare il male in mezzo a voi, ma vi siete guardati dentro? Siete sicuri d’aver diritto ad eseguire la condanna? Siete proprio diversi da lei?” Gesù non rimprovera ma desidera far crescere l’autoconsapevolezza dei propri ascoltatori. I primi a risvegliarsi a quelle parole, e ad andarsene, furono i più anziani, loro per primi vivono l’autoconsapevolezza delle proprie colpe.  


Cristo rende positiva e costruttiva tale autoconsapevolezza trasformandola in speranza: non redarguisce né minaccia gli ascoltatori, piuttosto cerca di farli riflettere, li esorta ed incoraggia: “Consapevolizzatevi di come anche voi facciate crescere il peccato nel mondo; pertanto, il vero ed unico rimedio non è crescere interiormente nella giustizia, questo è molto più efficace che non eliminare i cattivi… Anzi! Facendo così il mondo vi apparirà e sarà davvero diverso…” Il Signore ci aiuti ad evitare la tentazione di dividere il mondo in “buoni e cattivi” ed a riconoscere piuttosto la quota azionaria di male di cui ognuno di noi è portatore per crescere in una rinnovata capacità di bene e di vero amore-carità autenticamente generativo.



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