1 giugno 2025 At 1,1-11 Sal 46 Eb 9,24-28;10,19-23 Lc 24,46-53 Con la solennità odierna dell’Ascensione, e della Pentecoste domenica prossima, completiamo il tempo pasquale iniziato il 20 aprile, domenica di Pasqua, tempo in cui quest’anno abbiamo vissuto momenti ecclesiali molto intensi: il ventuno aprile, lunedì dell’Angelo la morte di papa Francesco, l’otto maggio l’elezione del nuovo papa Leone XIV. Forse a noi pare di stare fermi, ma il tempo corre… Al di là della sua corsa incessante con l’Ascensione diveniamo più vicini al mistero del Figlio di Dio, fatto uomo, morto, risorto ed asceso al cielo. La liturgia odierna ci offre due testimonianze: la prima negli Atti degli Apostoli al capitolo 11 che dipinge in modo molto plastico la salita al cielo del Signore, e poi la lettera agli Ebrei che, dopo aver paragonato la morte di Gesù al più perfetto dei sacrifici sacerdotali del Tempio di Gerusalemme, afferma Gesù sia entrato nel cielo grazie ad essa. Era l’offerta dei sacrifici di animali che permetteva ai sommi sacerdoti della prima alleanza di penetrare nel luogo più santo e sacro del Tempio di Gerusalemme, detto “dimora di Dio” o “santo dei santi”. La lettera agli Ebrei osserva invece che (contrariamente a questi sacerdoti) con la sua morte Gesù (Lui sì!) sia davvero entrato nel cielo stesso, nella vera dimora di Dio, ed in modo definitivo; al contrario invece i sacerdoti del Primo Testamento non avevano mai raggiunto questo scopo perché lo spazio del Tempio, detto Santo dei santi, era e rimaneva comunque un edificio ed uno spazio fisico fatto dall’uomo, non certamente un luogo od uno spazio divino… Come si capisce allora è importante fare una lettura attenta di questi testi, e conoscerne bene linguaggio e significati, per comprendere in modo corretto il senso catechistico-teologico che vogliono trasmettere. Tutti noi abbiamo ben presente come negli annunci pasquali unitamente alla Risurrezione, fosse proclamato il Signore Assunto al cielo (alla destra del Padre). Pertanto la proclamazione pasquale presenta il Cristo Assunto al cielo contemporaneamente alla sua Resurrezione. Insomma, negli annunci pasquali, Risurrezione ed Ascensione coincidono. S. Luca ha sentito invece la necessità di descrivere con precisione, negli Atti degli Apostoli al capitolo 11, e nel capitolo 24 del suo Vangelo, letti oggi, la scena dell’Ascensione collocata a ben quaranta giorni di distanza dalla Pasqua. Il motivo di questo va cercato nelle esigenze catechistiche con cui la chiesa primitiva sentì la necessità d’introdurre al mistero di Cristo facendo riferimento a modelli comunicativi facilmente comprensibili. Gesù conduce gli apostoli verso Betania (Lc 24,50) e “alzate le mani li benedisse” e nel far questo si stacca anche da loro. Noi conosciamo bene il significato simbolico del benedire alzando le mani questo era infatti il gesto tipico del sommo sacerdote al temine del sacrificio solenne (cfr. Lv 9,22). In questo modo Luca trasmette il messaggio che è adesso, grazie alla sua morte (vero, autentico e perfetto sacrificio) che Gesù, divenuto nuovo e perfetto Sommo Sacerdote, ha ormai il potere di propagare le grazie di Dio, donando lo Spirito Santo e trasformando la vita degli uomini. La lettera agli Ebrei presenta esplicitamente la morte di Gesù come il più perfetto di tutti i sacrifici mai avvenuti. Mentre lo scopo dei sacrifici dell’Antico Testamento non era mai raggiunto perché il sommo sacerdote non raggiungeva mai la dimora di Dio, Cristo invece, è veramente entrato nel cielo stesso in modo definitivo! Questo è il messaggio centrale della solennità odierna dell’Ascensione! Contemplare Gesù che siede alla destra di Dio in modo stabile ed eterno è per noi motivo di gioia indicibile e di grande fiducia: ormai Egli nel cielo vive al cospetto del Padre ed intercede in nostro favore. Egli ha tracciato ormai per noi la via che consentirà anche a noi, di entrare nel medesimo santuario che è la misteriosa partecipazione alla vita stessa del Padre. Cristo è infatti entrato nella vita del Padre come precursore (Ebrei 6,20). Questo è il nostro destino, e la nostra speranza futura, tuttavia noi sin d’ora possiamo raggiungere spiritualmente questo santuario, perché il sangue di Cristo ha abolito le antiche barriere sollevate dal peccato originale. Il battesimo ricevuto ha purificato radicalmente la nostra vita, e la natura umana di Cristo glorificata, è la via nuova e vivente per entrare nella piena comunione col Padre. Perciò siamo invitati ad accostarci a Dio in pienezza di fede con i cuori purificati (Ebrei 10,22) e con una speranza incrollabile, stimolandoci a vicenda nella carità…! L’Ascensione allora ci permette d’attendere con piena fiducia la seconda venuta del Salvatore, ed infonde in noi un forte dinamismo di speranza e operosità caritativa ed apostolica, ciascuno secondo la propria chiamata e stato. Accogliamo la forza che ci viene donata per trasformare la vita attorno a noi e preparare così il ritorno del Signore. Chiediamo oggi al Signore di donarci la grazia di una fede rinnovata e la gioia dell’Ascensione di Gesù unitamente alla docilità che attraverso di essa ci viene offerta e che dobbiamo far nostra nella nostra vita.
VOI SARETE CON ME, TUTTI I GIORNI