6 luglio 2025
Is 66,10-14 Sal 65 Gal 6,14-18 Lc 10,1-12.17-20
La messe è molta ma gli operai sono pochi!
Se leggessimo la pagina evangelica odierna come un reportage giornalista rischieremmo di restare “chiusi fuori” dalla porta di comprensione d’essa. Si tratta infatti d’un testo teologico, e non d’una documentazione diaristica dell’accaduto. In altri termini Luca, scriba mansuetudinis, non fa un reportage ma una riflessione teologica-spirituale utilizzando un linguaggio che va compreso.
Partirei dal numero settantadue che è certamente simbolico e si rifa a Genesi 10: Israele pensava che i popoli della terra fossero settanta (o settantadue) pertanto Luca, parlando di settantadue discepoli, intende dire che la salvezza cristiana non è un privilegio per alcuni, ma un dono destinato a tutti gli uomini della terra! Siamo quindi di fronte ad un messaggio universalistico.
Questi messaggeri inoltre sono inviati a coppie perchè l’annuncio del Vangelo, non è lasciato all’iniziativa dei singoli ma è al contrario opera d’una comunità. Chi parla in nome di Cristo non lo fa autonomamente, ma in comunione con i fratelli di fede, e rappresentando tutta la comunità! Un terzo aspetto è notare come Gesù arrivi non prima ma dopo i suoi messaggeri, da loro preceduto. Come a dire che l’apostolo non propone se stesso, ma prepara menti e cuori ad accogliere Cristo.
A questo si collega un quarto aspetto: la preghiera. Essa non è fatta per convincere Dio ad inviare missionari, ma per trasformare i discepoli in apostoli! In altri termini è una preghiera per impetrare da Dio quelle virtù spirituali caratteristiche d’un vero apostolo: l’equilibrio interiore, la serenità, una disposizione buona, mite ed umile, una fermezza ed una pace sufficienti per sostenere la resilienza, e superare le situazioni d’opposizione, insuccesso e conflitto legate al ministero della testimonianza evangelica.
In questa pagina mentre il lupo simboleggia la violenza e la tracotanza, l’agnello la mitezza e la fragilità. I detti rabbinici descrivevano Israele come un agnello circondato da settanta lupi (i popoli pagani) e Gesù applica quest’immagine ai suoi discepoli. Essi dovranno imitare gli agnelli vigilando per non nutrire nel cuore i sentimenti dei lupi (rabbia, ingordigia, risentimento, prevaricazione ecc…). Forse i lupi, a breve termine, potrebbero avere anche successo, tuttavia si tratterebbe di un successo effimero, solo apparente. Gesù ha salvato il mondo comportandosi da agnello e non certo da lupo!
Pertanto i mezzi della missione evangelica devono essere in sintonia a quelli degli agnelli: cioè poveri e miti, né borsa, né bisaccia, né sandali! Tutto il contrario dell’efficienza che ogni movimento (religioso o politico) cerca quando vuole diffondersi, cercando denaro, persone influenti, mezzi di comunicazione, armi, ecc..…. Gli apostoli di Gesù per diffondere il Vangelo dovranno avere chiarezza interiore, prontezza e determinazione per discernere e resistere alla tentazione di cercare mezzi forti ed efficienti
La Chiesa ed i cristiani infatti perdono di credibilità quando si mettono a competere con “il mondo” e cercano le sicurezze che i vari poteri politici, economici, e sociali possono fornire…. L’invito è sulla necessità di riporre tutta la nostra fiducia solo nella Parola che annunciamo, e nella protezione sempre presente del Pastore Buono.
In che cosa consiste l’evangelizzazione? Gesù qui dice che innanzitutto consiste in un annuncio che porta conforto, ma anche gioia e speranza: “sono venuto ad annunciarti la pace!” la pace è lo shalom , la profezia dei tempi messianici, l’anticipazione del Regno che viene! L’annuncio non è sufficiente, ma deve essere accompagnato, confermato, e reso redibile da segni concreti! Le parole di Gesù devono sempre essere accompagnate da gesti concreti di amore, cura, compassione: la cura dei malati, l’assistenza ai poveri, la prossimità ai sofferenti. Dove mancano questi segni, dove mancano le trasformazioni positive il Regno non è ancora giunto!
Il Vangelo può essere accolto da alcuni ma anche rifiutato da molti. Come dovrà allora comportarsi l’apostolo tal caso? Le espressioni di Gesù riferite da Luca ( scuotere la polvere dai piedi, e l’esempio di Sodoma e Gomorra…) sono dure da ascoltare e comprendere. Attraverso di esse si veicola l’idea che chi non accoglie la Parola testimoniata dagli apostoli, alla fine si rende lui stesso responsabile della perdita della propria felicità e della propria pace. Gli erano state offerte in dono, sia la felicità che la pace, ma non si è aperto al dono, sicchè perde la pace e della gioia connesse al Regno di Dio! L’annuncio “che il Regno di Dio è giunto a voi” richiede infatti apertura ed accoglienza di mente e di cuore. Chi invece, per mille motivi, si chiude ad esso perde la pace, e la consolazione collegate….
Insomma Dio non castiga coloro che non accolgono la sua Parola, Egli è solo bontà e misericordia come testimonia la risposta di Gesù a Giacomo e Giovanni che volevano far scendere un fuoco dal cielo sui samaritani (Lc 9,55). Se Luca parla di castighi è per indicare che il rifiuto del Vangelo non rimane senza conseguenze.
Un’ultima attenzione va al v.18 dove Gesù vede Satana cadere dal cielo come la folgore. Satana indica le forze del male nascoste nell’intimo del cuore umano: odio, violenza, orgoglio, ingiustizia, cupidigia di denaro e potere, passioni disordinate ecc… Pertanto se Satana precipita e cade dal cielo, significa che il bene ormai sta vincendo, e che il regno del male sta crollando. Non è che i discepoli non incontreranno più difficoltà (scorpioni e serpenti) : le incontreranno ancora, ma saranno da loro vinte (calpestate).
Non si tratta tuttavia d’una vittoria facile ed immediata: la realtà è complessa, difficile, frastagliata. Il male reagisce in modo violento (pensiamo quanto costi e sia difficile mettere sotto controllo anche un singolo vizio, superare una cattiva abitudine, neutralizzare i complotti o le manipolazioni di qualche corrotto). Tuttavia Gesù ci invita a guardare al risultato finale ed ad essere incoraggiati nell’osservare come il male abbia già iniziato a perdere di vigore.
Le parole di Gesù penso vanno lette e comprese come un incoraggiamento ed un invito a vincere il nostro pessimismo, e a non lasciarsi andare alla demoralizzazione che tende a farci vedere come le cose vadano sempre di male in peggio!
Chi dà fiducia a Cristo ed alla sua Parola avrà il suo nome scritto nei cieli, cioè entra nel Regno di Dio. Questo è il segreto d’una profonda ed intima gioia dell’anima che l’apostolo condivide col maggior numero possibile di fratelli e sorelle! E’ vero che i successi sono limitati e faticosi, mentre il cammino è lungo e tutto in salita, tuttavia il fatto d’intravedere già la luce della meta, e la sommità della montagna ci dona consolazione, nuovo entusiasmo e nuova lena, rinnovando nel cuore il nostro amore e la nostra gioia!
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Padre Santo donaci un cuore nuovo, ed una rinnovata fiducia nella forza e nella presenza in mezzo a noi del tuo Figlio Risorto, sia questa fiducia a rinnovare in noi il desiderio e la chiamata a farci sempre di nuovo annunciatori e testimonti presso tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo nel nostro cammino di quel Regno di Pace che rende nuove tutte le cose!